Franco Basaglia

Il disagio psichiatrico fu un argomento che molto fece discutere e che ancora oggi trova spazio in importanti dibattiti. Franco Basaglia (1924-1980) psichiatra e neurologo italiano, cercò di riformare i manicomi e in particolare rivoluzionare il modo di vivere di questi individui che troppe volte vennero picchiati e maltrattati dalle guardie giudiziarie e dai medici.

    Con "riformare i manicomi" si intende che Basaglia cercò di trovare una diversa sistemazione per tutti i pazzi presenti in queste strutture per inserirli in altri centri senza tutti quei metodi violenti che resero tanto famosi i manicomi.
    Dopo il conseguimento degli studi in Medicina e chirurgia presso l'università di Padova, Franco Basaglia si specializzó in Malattie nervose e mentali
    Il primo impatto manicomiale per lui avvenne agli inizi degli anni 60'quando divenne direttore nell'ospedale di Gorizia: camicia di forza, contenzione ed elettro shock erano all'ordine del giorno.

    Da questo tipo di esperienza, inizia a nascere il pensiero basagliano: i pazzi non devono essere trattati come tali e non devono essere visti come esseri pericolosi ma al contrario bisogna fare scaturire da essi le loro qualità umane e mantenerli costantemente in contatto con altri individui avvicinandoli al mondo del lavoro.
    Si può quindi definire uno dei principali fautori dell'Antipsichiatria.
    Questa teoria sosteneva che bisognava rifiutare il metodo medico-biologico proposto e cercare di condurre il malato ad una stabilità: sostanzialmente si trattava di un metodo che promuoveva una maggiore libertá e che voleva condurre nuovamente il malato ad una vita normale.

Nel 1978 però la situazione cambio: entró in vigore la legge 180 (legge Basaglia) dal nome del suo promotore che sancí la chiusura di tutti i manicomi portando ad un importante innalzamento della qualità della vita dei pazienti psichiatrici.

    I manicomi iniziarono a svuotarsi dando spazio prima agli OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) e successivamente ai REMS (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
    Gli OPG furono 6:
  • 4 misti (penitenziari-sanitari)
  • 1 visionato dal ministero della giustizia
  • 1 esclusivamente sanitario

Si é constatato che l'OPG esclusivamente sanitario permetteva una maggiore cura dei malati mentre quelli di carattere penitenziario risultavano più arretrati e ancora ricchi di violenza (sembrerebbe che non ci sia stato un vero passo in avanti in questi 4 OPG rispetto ai manicomi che fece chiudere Basaglia).

Per questo motivo vi fu una nuova legge che decretó la chiusura degli OPG per dare spazio ai REMS.
Tuttavia vi furono molte proroghe in quanto le regioni italiane furono inadeguate per questa nuova sfida medico-infermieristica. 
Con la legge 30 maggio 2014 gli OPG iniziarono a chiudere concludendo solamemte nel 2015 la loro estinzione.
Con la comparsa dei primi REMS, i pazienti hanno subito una maggiore umanizzazione che li porterà a guarire meglio e nei casi meno gravi, ad un reinserimemto sociale.
Infatti senza le guardie giudiziare dovrebbe scomparire la violenza dando spazio ad ambienti lavorativi e a un maggiore affetto.
Alcuni individui sono anche stati inseriti nei centri diurni ovvero abitazioni dove tre-quattro persone uscite dai REMS possono riiniziare una vita sociale: settimanalmente vengono controllati ancora da alcuni psichiatri ma presentano ciò nonostante un'ampia libertà.
Secondo alcune testimonianze fra manicomi, OPG e REMS non ci sono stati grandi cambiamnenti.se non passare dalla gestione statale a quella regionale.
Insomma si parla molto ma i passi sono stati brevi e ancora oggi non vi sono centri con caratteristiche adeguate rispetto alle proroghe consigliate da Basaglia.  

a cura di Luca Favaro

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